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  • Immagine del redattoredaniele ursini

lamiapandemia


domenica 15 marzo - day 7


Una settimana trascorsa in compagnia di termometri e dei posti più morbidi dove mettere il naso.

I bollettini medici sono 3 al giorno, mattina, pomeriggio e sera ma la situazione è sotto controllo.

Trovo pure la voglia di premiarmi con succulente carbonare (senza panna) e di fumare i miei preziosi toscani, mentre per la solitudine Franciacorta e vinile sono accoppiata perfetta.

A bere male e ascoltare cattiva musica sì è sempre in tempo, recitava un antico proverbio cinese (!).

I viveri mi giungono direttamente sull'uscio con l'accortezza di parlarmi a distanza di sicurezza in quanto, nonostante fingano di non preoccuparsi, sono tutti vittime dei Fontana con la mascherina indossata come un perizoma.

In realtà ho poco più di un raffreddore e qualche colpetto di tosse ma le precauzioni non sono mai troppe e quindi mi godo queste coccole senza muovere un dito.

La musica gira intorno, quella che un futuro ce l'ha, sarà la musica che gira intorno, saremo noi che abbiamo nella testa un maledetto virus.

Il volume sale fino ai primi, ai secondi e forse i terzi piani, senza disturbo, senza forze dell'ordine, senza campanelli che suonano o porte percosse.

Qui nella mia confortevole dimora il tempo scorre veloce e il vociare dei vicini rende tutto molto surreale.

Da qui non percepisco quel che fuori sta accadendo, gli uccelli han sempre cantato, i vigneti han sempre brillato, il parco ha sempre verdeggiato.

Solo la TV dei Brusaferro, dei Gallera e dei Fontana, dei Mentana e delle Gruber mi portano la difficile situazione in casa, ma è ora di abbandonare anche quello stillicidio, quella tortura.

Il vecchio vinile comincia a girare, la puntina entra nel solco e la poesia inizia a diffondersi.


Fino a quando la puntina non inizierà a saltare solo a questo penserò.



Foto: Daniele Ursini

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