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  • Immagine del redattoredaniele ursini

Aggiornamento: 23 lug 2020

solstizio d'estate

21 giugno 2020 - Cavaglia (Svizzera)


Quando l'ispirazione torna a farsi viva e decidi di ricominciare a portarti appresso quel "cannone" che stava da un po' di tempo chiuso in un cassetto al buio, ovunque tu vada, ado gni passo, sembra di vedere potenziali foto perfette.


L'escursione di ieri è stata così, una vittoria sul senso di noia e di apaticità verso la buona vecchia Nikon che tanta gioia mi ha dato in passato e un ritrovato "occhio fotografico".

Mettendoci anche smartphone che hanno ormai superato per resa la gran parte di vecchie reflex e che tanto pratici e maneggevoli sono, il gioco è fatto.

Riprendere in mano quindi quell'ingombrante aggeggio è stato strano e l'impaccio evidente.


La funzione AUTO è stata più che sufficiente, senza cercare sofismi manuali largamente dimenticati.

Quel che contava era trovare quanto prima un po' di occhio e creatività.


Dicevo dell'escursione: da Poschiavo, nei Grigioni Svizzeri , si sale la montagna lungo una strada molto ben tenuta ma piuttosto stretta fino a raggiungere Cavaglia, piccolo borgo situato in posizione incredibilmente bella lungo il percorso verso (o da) St. Moritz della Ferrovia Retica.

Nelle immediate vicinanze si può visitare il "Giardino dei Ghiacciai" (http://www.ghiacciai.info/html_it/visita/index.htm) mentre a un'ora scarsa di cammino, lungo una splendida vallata costellata di cascate, rododendri e pascoli è possibile raggiungere il bellissimo Lago Palù (https://it.wikipedia.org/wiki/Lago_Pal%C3%BC) ai piedi dell'omonimo ghiacciaio e Pizzo.

Gentilezza, rispetto, pulizia, cura e ordine sono di casa in questi luoghi e il beneficio che è possibile ricavarne da una gita come questa è assoluto.


Di ritorno dal lago, attraversando il piccolo borgo, mi sono imbattuto in questo gentilissimo anziano che se ne stava in attesa del tramonto per ammirare i camosci sul crinale della montagna, felice di potersi concedere a qualche scatto di quel poetico momento.



Fotografia disponibile all'indirizzo: https://www.danieleursini.com/fotografia-people

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9 marzo 2020 - day 0


Poco più di 2 settimane ed è successo.

Cosa?

Quello che fino a ieri accadeva solo nei film, quelli del genere spettacolar-catastrofistico.

Un genere di film che non ho mai amato in quanto generatori di paure ed ansie.


E' comparso il titolo all'improvviso e in un lampo ci siamo trovati tutti protagonisti, nostro malgrado.

Ai primi frame abbiamo fatto gli snob, i finti indifferenti e/o i finti Superman e Wonder Woman ma ora eccoci qui in procinto di "contornarci" tutti di rosso evocando una vecchia pubblicità progresso di fine anni 80.

Allora il contorno era rosa/fucsia.


Tra fine febbraio e inizio marzo il lodigiano sembra esser diventato una sorta di ombelico del mondo al contrario con orde di "appestati" in corsa verso l'ovunque con un'unica missione: contagiare chiunque.

Solo dopo scopriremo, come era logico che fosse, che mezza Europa era già in compagnia dello sgradito ospite da qualche mese, ma l'ufficialità e i bollettini questo dicono.


Ieri, domenica 8 marzo, in un teso viaggio verso Milano ho toccato con mano l'isteria e l'idiozia dell'umana specie.

Eserciti di "forestieri" attirati come tanti orsi Yoghi sul miele dai beceri richiami dell'avidità e della stupidità bipede a respirare la salubre aria dei nostri monti, vero antidoto all'odioso "China Vairus."

Ammassati a decine dentro a luccicanti corriere, a dozzine dentro a confortevoli ristoranti e rifugi, a "cinquantine" davanti a mirabolanti seggiovie, a centinaia dentro a stanche e incolpevoli funivie.


Così è trascorsa l'ultima domenica pre-pandemia, festa della donna tra la più dimenticate della storia recente, con i tabelloni luminosi all'uscita della capitale meneghina che annunciano con un filo di ritardo "impianti sciistici chiusi."

A quell'ora gli eserciti sono già sulla strada del ritorno e i tabelloni luminosi hanno diffuso il loro messaggio ai primi pollini di pioppo.


Oggi è lunedì, metà pomeriggio, un fastidioso raffreddore e una leggera "febbriciattola" mi spingono a comporre quel numero.

"Stai a casa" dice la voce al di la' dello schermo dello smartphone.

Raggiungo l'ufficio aperto da 2 settimane, spengo il computer.

Acquisto kg e kg di vitamina C sotto forma di arance e torno a casa.

Chiudo la porta.

La riaprirò a con i ciliegi in fiore.


Immagini e loghi: Daniele Ursini e Corriere della Sera.




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Aggiornamento: 17 giu 2020

diario di coronavairus



21 febbraio 2020 - day -1


Ore 8.00 del mattino, venerdì.

Mentre esco dalle viscere dei box di casa parte il giornale orario di Virgin Radio che annuncia il primo caso di contagio da COVID - 19 in Italia, a Codogno (Lodi).

Un uomo di 38 anni ha contratto l'odioso virus, fino a quel momento cinese, incontrando un amico proveniente dalle terre di conquista di Marco Polo.


Siamo quindi esclusivisti dell'importazione del prestigioso marchio "Made in Wuhan" anche se qualche tempo dopo scopriremo che i tedeschi sono stati più veloci di noi.

La notizia mi suona un po' come l'ennesimo "al lupo al lupo" e la tentazione mi coprirsi gli occhi "alla Fontana" è molto forte.

Insomma, ogni inverno ce n'è una, la SARS, l'AVIARIA, la SUINA e ora questa che arriva dai pipistrelli.


La giornata prevede una sciata (la seconda della settimana e della stagione) a Bormio in compagnia.

La cara amica pare condividere, una volta salita in auto, la mia blanda preoccupazione ma certo è che il pensiero si insinua in quel preciso momento per poi non lasciarci più.


Una volta giunti nella "Magnifica Terra" ed in particolare sulle piste innevate ci confrontiamo subito con il notevole affollamento del periodo carnevalesco, con notevoli assembramenti agli impianti ed in particolare alla partenza della funivia che porta al 3.000.

Ridiamo e scherziamo sulla folla di giargianesi venuti a contagiarci, sulla tosse e lo starnuto ma è evidente che anche il solo fatto di parlarne è già significativo di suo.


Trascorriamo la giornata in compagnia di un forte vento in quota e di temperature ancora troppo invernali ma tra una discesa, una risalita, un te caldo, una birra, un panino e un aperitivo finale la giornata scorre piacevole ed è già ora di tornare a casina.


Ci lasciamo con il più classico dei "alla prossima" senza minimamente sospettare che quella sarebbe stata l'ultima sciata della stagione e forse dell'anno.

Ma quello non sarebbe stato certo il primo dei problemi e ciò che avvenne in seguito resterà per sempre nella nostra memoria.


Foto: Corriere della Sera di venerdì 21 febbraio 2020 e il logo che ho creato de "la mia pandemia" liberamente ispirato all'Amaro Medicinale Giuliani.

Chissà come mai...




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